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Aprire uno stabilimento balneare

Come aprire uno stabilimento balneare: iter e requisiti

Gli italiani, per far quadrare i conti, spesso devono rinunciare a varie cose ma una di queste cui non riescono a rinunciare sono sicuramente le vacanze, soprattutto quelle estive al mare. Proprio per questo aprire uno stabilimento balneare potrebbe rivelarsi una scelta imprenditoriale di successo, che potenzialmente permette di generare delle entrate interessanti.

Anche se si tratta di un’attività concentrata nel periodo di bella stagione, si tratta di un business ad alta redditività che genera guadagni anche quando gli ombrelloni sono chiusi e riposti in un magazzino. A questa va aggiunta la possibilità di poter lavorare in un ambiente particolare, ricco di sole, di mare e di gente, in un clima rilassante e piacevole come quello della spiaggia.

La parte più complessa è sicuramente quella legata all’ottenimento delle autorizzazioni necessarie all’apertura di un nuovo stabilimento balneare, che andremo di seguito ad analizzare.

Aprire uno stabilimento balneare: concessioni e autorizzazioni necessarie

Come anticipato in premessa, aprire un centro balneare non è un’operazione semplice, non tanto dal punto di vista dell’investimento da fare, ma per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie.

La doverosa premessa è che le spiagge sono di proprietà dello stato, pertanto chi vuole aprire un’attività simile deve ottenere una concessione demaniale marittima finalizzata ad attività turistico-ricreative. Si tratta di un’operazione complessa, che prevede la presentazione di una richiesta al Comune, ma per avere l’affidamento di una porzione di spiaggia si deve vincere un concorso bandito periodicamente dall’Ente del Demanio Marittimo, che assegna i lotti disponibili.

La procedura italiana di assegnazione e rinnovo delle concessioni, negli anni scorsi, era difforme da quella stabilita dall’Unione Europea, con le stesse che erano rinnovate senza l’effettuazione di un nuovo bando di gara.

Con questo genere di procedura è facile intuire che l’assegnazione di nuovi lotti, o la rassegnazione di quelli esistenti, sono procedure che non accadono di frequente, determinando che, per chi vuole avviare un’attività simile, la soluzione più concreta è quella di subentrare nella gestione di un lido esistente.

Una volta ottenuta la concessione, la parte burocratica e amministrativa non è di certo finita, va ottenuta anche l’Autorizzazione Unica Ambientale, che deve essere presentata allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune.

Dal punto di vista fiscale vanno, inoltre, disciplinate le posizioni presso l’Agenzia delle Entrate aprendo una nuova partita IVA, iscrivendo l’azienda al registro delle imprese della Camera di Commercio locale e regolarizzando le posizioni previdenziali e infortunistiche del titolare dell’azienda e degli eventuali lavoratori presso le sedi dell’INPS e dell’INAIL.

Il titolare dovrà poi frequentare un idoneo corso di formazione che permetta di preparare quest’ultimo alla gestione dello stabilimento, un lavoro che comporta responsabilità importanti dal punto di vista sanitarie e della sicurezza delle persone che utilizzano la spiaggia e le attrezzature presenti.

Quanto costa aprire uno stabilimento balneare?

Dalle premesse sopra indicate, relative all’ottenimento della concessione, è inevitabile che i costi per aprire uno stabilimento balneare siano strettamente legati a come è ottenuta la concessione. In caso di assegnazione tramite bando di gara o asta pubblica, il prezzo dipende dall’estensione del lotto concessionato, dalle sue caratteristiche e dal numero di concorrenti che hanno presentato domanda.

Più elevati saranno i costi nel caso in cui si acquisisca la concessione attraverso compravendita della stessa, situazione che va a generare un esborso di diverse centinaia di migliaia di euro. A queste spese vanno aggiunte quelle riguardanti le attrezzature: sdraio, ombrelloni, giochi per l’intrattenimento di bambini e ragazzi, strutture di vendita quali chioschi bar, ristoranti e gli attrezzi necessari allestimento e lo smontaggio delle strutture per il periodo invernale.

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Avviare un’attività in proprio è un’operazione non sempre facile da portare a termine nei modi e nei tempi corretti, proprio per questo è utile farsi seguire da un professionista del settore che sappia districarsi al meglio tra le tante incombenze burocratiche e amministrative necessarie.

Proprio a tal fine Contributi PMI mette a disposizione uno staff di professionisti serio e competente. Contattaci per richiedere una consulenza completamente gratuita e valutare la possibilità di accedere ad un finanziamento a fondo perduto.

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