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Come aprire una azienda vinicola

Aprire un’azienda vinicola: come fare

Il vino italiano è una delle eccellenze agroalimentari del nostro paese: è apprezzato e amato in tutto il mondo e rappresenta alla perfezione il made in Italy. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio del vino, nel 2016 l’export ha raggiunto i 5,56 miliardi di euro, una cifra che dà l’idea di quanto il mercato del vino sia importante per l’economia italiana.

Visti i numeri, è abbastanza comprensibile come per molti aprire un’azienda vinicola sia un sogno e un obiettivo: in questo articolo, vedremo come fare e analizzeremo costi, requisiti e iter burocratico.

Aprire un’azienda vinicola: requisiti

A differenza di altri tipi di impresa, per aprire un’azienda vinicola sono quantomai necessarie conoscenze specifiche. Prima di lanciarsi in un mercato sì ricco, ma anche estremamente competitivo, bisogna formarsi in modo adeguato.

Esistono percorsi di studio universitari che permettono di acquisire le competenze necessarie, accanto a proposte formative private che si prefiggono di creare esperti viticoltori: qualsiasi sia la decisione, entrare in questo mondo senza una buona preparazione è un errore.

Aggiungiamo infine che, prima di avviare l’impresa, è bene conoscere a menadito il mercato di riferimento, i competitor e le caratteristiche del vino che andremo a produrre. Le possibilità di scelta sono numerose: si può decidere di produrre vini di altissima qualità, destinati al mercato di lusso, oppure di vini di media qualità, destinati invece a un mercato più ampio, optare per i vini biologici, produrre uno o più tipi di vino; l’importante è avere idee chiare e competenze adeguate per riuscire a inserirsi nel mercato.

Azienda vinicola: iter burocratico

Chi vuole aprire un’azienda vinicola deve sapere che una normativa europea del 1987 impedisce di impiantare nuovi vitigni in tutta Europa. Esiste però il cosiddetto “diritto di reimpianto“, ossia la possibilità di reimpiantare un vitigno in un terreno dove già esisteva un impianto in precedenza, a patto che sia della stessa estensione e non siano passati più di 8 anni. Prima di procedere, dunque, è bene accertarsi che esistano terreni con diritto di reimpianto presso la Coldiretti.

Attenzione alla scelta del terreno, che deve avere precise caratteristiche chimiche, e al clima, che dev’essere a sua volta adatto per la coltivazione della vite; la scelta del tipo di uva da impiantare, poi, non può dipendere solo dai “gusti” dell’imprenditore ma dev’essere adeguata al tipo di terreno.

Per il resto, sarà ovviamente necessario aprire la partita Iva: il codice Ateco di riferimento è lo 01.21.00.
Iscrivere l’azienda al Registro delle Imprese della propria provincia di residenza e aprire le posizioni Inps e Inail per sé ed eventuali dipendenti. Al Comune andrà invece inviata la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), indirizzandola allo sportello per le attività produttive.

Per sbrigare tutte le pratiche burocratiche, sarà sufficiente compilare la Comunicazione Unica, un insieme di file che comprendono tutti i modelli da compilare per avviare un’impresa, da inviare poi a un unico soggetto (il Registro delle imprese).

Ricordiamo poi che l’Asl locale, prima di permettere l’avvio della produzione, ispezionerà le condizioni igienico-sanitarie dei locali e rilascerà i relativi permessi; lo stesso vale per i Vigili del Fuoco, che si accerteranno della sicurezza dei locali e della messa a norma degli impianti.

Per quanto riguarda la forma societaria ideale, creare una cooperativa con uno o più soci può essere la soluzione ideale.

I costi per aprire un’azienda agricola

Passiamo alle “note dolenti”, ossia ai costi per avviare un’azienda agricola: l’investimento minimo, infatti, è molto elevato e oscilla fra i 100 e i 140mila euro circa. 

In primis, bisogna considerare l’acquisto o l’affitto del terreno: saranno necessari non meno di 3-4 ettari (che garantiranno circa 350 ettolitri di vino o 500 quintali di uva).
Ai costi per il terreno vanno aggiunti quelli per l’acquisto (o il noleggio) delle attrezzature: trattori, attrezzi agricoli, vasche di fermentazione, impianti di irrigazione, locali di produzione, etc. I costi sono elevati, ma è possibile acquistare anche attrezzature di seconda mano, purché siano di buona qualità.

A queste spese vanno aggiunte le spese per i consulenti: un commercialista è indispensabile, ma è buona norma affidarsi a esperti di marketing e comunicazione per pubblicizzare l’azienda.

Le spese per avviare un’impresa vinicola, insomma, sono elevate, ma c’è la concreta possibilità di ottenere finanziamenti: sono diverse le misure destinate a chi decide di “tornare alla terra”, agevolazioni studiate ad hoc per chi vuole dare vita a un’impresa agricola.

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