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Certificato prevenzione incendi

Certificato di prevenzione incendi: cos’è, normativa e attività soggette

Il certificato di prevenzione incendi (Cpi) ha lo scopo di certificare la presenza dei requisiti antincendio di un’azienda e viene rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

In questa breve guida scopriremo di più a proposito del Cpi, qual è la normativa vigente relativa e quali sono le attività soggette.

Certificato di prevenzione incendi: la normativa

La norma che regola il rilascio del Certificato di prevenzione incendi va trovata nel decreto del Presidente della Repubblica del 1 agosto 2011, il numero 151, entrato in vigore nell’ottobre successivo.

Il decreto aveva il fine di semplificare lo sviluppo delle imprese, facilitando gli adempimenti amministrativi (diversi in base alla dimensione delle imprese e al settore) con l’eliminazione di autorizzazioni, licenze, permessi non necessari, con l’estensione dell’autocertificazione e l’informatizzazione delle procedure.

Il decreto n°151/2011 si occupa anche dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi.

Certificato di Prevenzione Incendi: quali aziende sono obbligate ad averlo

L’allegato numero 1 del Dpr. 151/2011 è costituito da un elenco di 97 attività considerate a rischio in caso di incendio.
Il decreto prevede la suddivisione delle attività in tre diverse categorie:

    • La categoria A non è soggetta a sopralluoghi obbligatori, ma solo a campione. In caso di visita dei Vigili del Fuoco, il titolare attività può chiedere il rilascio del verbale di visita tecnica. Non è previsto neppure l’obbligo di valutazione del progetto da parte dei Vigili del fuoco.
    • La categoria B invece prevede l’obbligo della valutazione del progetto da parte dei Vigili del Fuoco, ma i sopralluoghi sono sempre effettuati a campione. Questo tipo di attività presentano un livello di complessità superiore rispetto alla categoria A oppure sono attività sprovviste di “regola tecnica” ma con livello complessità inferiore rispetto alla categoria C
    • Le aziende della categoria C, appunto, oltre a essere obbligate a richiedere ai Vigili del Fuoco la valutazione del progetto, sono soggette a sopralluoghi obbligatori, al seguito dei quali viene rilasciato il Certificato di prevenzione incendi.

In seguito si può iniziare l’attività con la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), che dev’essere presentata anche al comando. Il Comando dei Vigili del Fuoco effettua i controlli entro 60 giorni dall’invio della Scia (aziende categorie A e B); le aziende della categoria C, dopo 15 giorni dalla visita, ottengono il rilascio del Certificato di prevenzione incendi.

Il Certificato di prevenzione incendi ha una durata diversa a seconda dell’attività; in generale, la durata è di tre o sei anni. Per il rinnovo, è sufficiente una richiesta ai Vigili del Fuoco con una dichiarazione di “situazione non mutata”.

Attenzione: il nostro ordinamento prevede sanzioni a carico del titolare dell’attività in caso di mancato rispetto della normativa antincendio; se l’assenza di queste coinvolgono anche il mancato rispetto delle norme della sicurezza sul lavoro, i rischi sono addirittura penali.

Cosa attesta il certificato di prevenzione degli incendi

Il Cpi attesta il rispetto delle prescrizioni relative alla normative di prevenzione incendi, la presenza dei requisiti di sicurezza antincendio nelle attività nei locali, nei depositi, negli impianti e nelle industrie pericolose, anche in relazione all’impiego o a semplice detenzione di prodotti incendiabili o esplodenti.

Qualora siano previste la progettazioni di nuovi impianti, nuove costruzioni o modifiche, le categorie B e C devono richiedere al comando dei Vigili del Fuoco l’esame dei nuovi progetti.

Certificato di prevenzione incendi: iter burocratico

Per avere il certificato di prevenzione incendi, i responsabili dell’azienda devono presentare al Comando dei Vigili del Fuoco la richiesta di sopralluogo, utilizzando un modello compilato a macchina o a stampatello (in duplice copia), completo degli allegati.
In attesa del sopralluogo, si può rilasciare ai Vigili del Fuoco una dichiarazione che attesti che tutte le prescrizioni sono rispettate; è opportuno affidarsi a un tecnico iscritto agli albi professionali per avere la documentazione richiesta.

Dopo il rilascio del Certificato di prevenzione Incendi, il responsabile dell’attività aziendale è tenuto ad osservare tutte le limitazioni e i divieti indicati nel certificato e al mantenimento dell’efficienza di sistemi dispositivi e attrezzature; deve inoltre redigere un piano operativo di sicurezza.
Il responsabile può comunque presentare un’istanza di deroga, che però devono essere accompagnate da una documentazione tecnica con le motivazioni.

Quanto costa il Certificato di prevenzione incendi

Il costo del servizi resi dai Vigili del Fuoco sono definiti dal Dm. del 2 marzo 2012 e dall’allegato alla lettera circolare 13061 del 6 ottobre 2011.
Nello specifico, i procedimenti che non presuppongono un sopralluogo hanno il costo di 50 euro orari, mentre invece i procedimenti che necessitano di un sopralluogo (Scia e Vic) sono calcolati su una tariffa di 54 euro orari.

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