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Come aprire uno studio di dottore commercialista

Come aprire uno studio di dottore commercialista

Aprire uno studio di dottore commercialista non è per nulla semplice. Chi pensa che possa bastare essere in possesso di una laurea si sbaglia. Certo, il titolo di studio è importante ma, purtroppo, non basta. Si tratta di un settore particolare che si evolve continuamente anche dal punto di vista normativo. Questo significa che bisogna essere sempre aggiornati sulle nuove disposizioni che riguardano questa materia. Avviare uno studio, però, è spesso l’unica strada per chi vuole mettersi in proprio e non dipendere da nessuno, solo ed esclusivamente dai propri clienti. In questa guida cercheremo di capire qual è l’iter da seguire per aprire uno studio di dottore commercialista.

Studio di dottore commercialista: i requisiti

Le difficoltà maggiori nell’aprire uno studio di dottore commercialista si riscontrano soprattutto all’inizio. Bisogna, infatti, pensare all’investimento iniziale e, inoltre, è necessario trovare sin da subito i primi clienti per cercare di rientrare dalla spesa sostenuta. In ogni caso, prima di poter aprire uno studio di dottore commercialista bisogna accertarsi di essere in possesso di una cifra compresa tra i 35.000 e i 70.000 euro. Ovviamente, chi non dovesse disporre di tutta la cifra necessaria può chiedere un finanziamento ad una banca. Esistono, inoltre, apposite banche che erogano finanziamenti ai soli professionisti.

Il ruolo del commercialista è abbastanza particolare. Egli si occupa di offrire assistenza e servizi alle imprese, in materia fiscale, giuridica e tributaria, soprattutto per quanto concerne l’aspetto legato alla gestione patrimoniale. E’, inoltre, in grado di occuparsi dei documenti contabili dell’azienda e, dunque, può verificare i conti ed i bilanci.

Per conoscere il regolamento vigente per la professione di dottore commercialista bisogna conoscere quanto incluso nel decreto legislativo nr. 139 del 2005. Per diventare dottore commercialista è necessaria una laurea di cinque anni di secondo livello in Scienze dell’Economia, Scienze economico-aziendali o Economia e Commercio. Inoltre, è necessario frequentare un tirocinio della durata di tre anni presso un dottore commercialista regolarmente iscritto all’Albo. Dopo il tirocinio, bisogna sostenere e superare un esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione. Si tratta di un requisito indispensabile per inoltrare, poi, la domanda di iscrizione all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Studio di dottore commercialista: l’iter burocratico

Dal punto di vista dell’iter burocratico da seguire per aprire uno studio di dottore commercialista è necessario sapere sin da subito che, prima di procedere all’inaugurazione dell’attività, è bene acquisire delle informazioni presso l’ufficio comunale di competenza, presso i vari enti locali e, eventualmente, anche presso gli enti provinciali e regionali.

Quel che è certo è che non si può procedere all’apertura di uno studio di dottore commercialista senza essere in possesso di una Partita Iva. Inoltre, è necessario fare l’iscrizione all’Inail in modo tale da stipulare un’assicurazione obbligatoria per quanto concerne gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Si rende necessaria l’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza dei dottori commercialisti per la gestione di contributi e di prestazione previdenziali. Ricordiamo, infine, che il dottore commercialista deve versare i contributi previdenziali proprio alla Cassa Nazionale di Previdenza di cui sopra. Si tratta di una spesa importante per i liberi professionisti, una spesa che per chi da poco ha avviato la professione ammonta intorno ai 3.500-4.000 euro.

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