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Caffè letterario

Aprire un caffè letterario

Prendere un caffè, oppure una buona tazza di tè, in un ambiente caldo, che trasuda sapere, in compagnia di personaggi illustri. È questo il concetto dei caffè letterari, diventati presto, a partire dal diciottesimo secolo, simbolo della cultura borghese e luogo d’incontro per gli intellettuali.

La nascita dei caffè letterari è da collocare sul finire del 1600, ma la diffusione che li ha portati in ogni angolo del mondo c’è stata con l’illuminismo. In Francia, in quell’epoca, si contavano più di 400 caffè letterali, per lo più concentrati nella capitale, Parigi.

La moda dei caffè letterari ispirò i diversi Paesi, tanto che in breve tempo anche in Inghilterra aprirono le prime Coffee Houses dove scrittori, poeti e uomini d’affari discutevano di arte, cultura e business.

Nell’800 si registra l’arrivo di questi locali anche in Italia. In questo periodo d’oro per i caffè letterari Pietro Verri fondò la rivista illuminista chiamata “Il Caffè”, raccontando tutto quello che avveniva nei vari caffè letterari del territorio nazionale, menzionando gli scrittori, i poeti, gli artisti e gli intellettuali che li frequentavano.

Uno dei più famosi in Italia e nel mondo è il caffè Gambrinus a Napoli. Fondato nel 1860, è stato luogo di ritrovo per artisti e poeti del calibro di Gabriele D’Annunzio, Jean Paul Sartre, Matilde Serao e Oscar Wilde.

Altro caffè letterario degno di menzione è il Caffè Florian a Venezia. Nato nel 1720, è il più antico caffè d’Italia e prende il nome dal suo fondatore, Floriano Francesconi. In questo caffè si sono seduti, tra gli altri, Charles Dickens, Marcel Proust e Goethe.

Come aprire un caffè letterario: iter e investimenti

Aprire un caffè letterario potrebbe rappresentare un’ottima fonte di guadagno, se fatto nel modo giusto. In questi locali, infatti, è possibile gustare un buon caffè, mangiare un buon pasticcino ed al tempo stesso leggere un libro o sfogliare una rivista. Un’idea che funziona sempre, e funziona, come abbiamo visto, da centinaia di anni. Questo potrebbe dunque attirare una gran fetta di clienti, pronti a godere dei servizi del caffè letterario e dell’aria di pace e di cultura che si respira.

In primis la scelta del locale non dovrà essere banale. La cosa migliore è optare per un locale abbastanza grande posizionato in un centro storico. Questo farà aumentare i costi di gestione del locale, ma potrebbe far aumentare anche la potenziale clientela.

L’arredamento del locale dovrà essere caldo, accogliente, con sedie e tavoli di un certo livello. L’obiettivo principale è quello di offrire comfort ed eleganza ai propri clienti, e per questo è importante scegliere con cura anche la libreria dove esporre i libri, le riviste e quant’altro.

Dal punto di vista economico l’investimento può essere abbastanza esoso. Considerando i costi per il locale, quelli per l’arredamento e per le attrezzature, oltre che per le utenze e per il personale, parliamo di un investimento che può partire da un minimo di 80mila euro, ma che può raggiungere cifre ben più alte.

Per la parte burocratica, per aprire un caffè letterario occorre ottenere diverse autorizzazioni. Bisogna depositare le varie pratiche al comune di riferimento per l’inizio attività ed ottenere le autorizzazioni per la somministrazione di cibi e bevande, entrando in possesso della certificazione HACCP . In ultimo le autorizzazioni da parte dell’ASL per tutto quello che riguarda le normative igienico-sanitarie.

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