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Codice Ateco

Codice Ateco: cos’è e a cosa serve

Quando si apre una partita Iva, che sia a regime ordinario o a regime forfettario, è necessario scegliere il codice Ateco corretto, quello della propria categoria professionale.

In particolare, chi sceglie il regime forfettario deve valutare con attenzione (e con l’aiuto di un valido professionista) qual è il codice Ateco relativo alla propria attività, perché da questo derivano i limiti dei ricavi e l’aliquota imponibile.

Vediamo dunque cos’è e a cosa serve il codice Ateco, qual è la sua struttura e se, una volta scelto il codice Ateco, si può cambiare al variare dell’attività svolta.

Codice Ateco: cos’è?

In sostanza, il codice Ateco è un codice alfanumerico che ha lo scopo di identificare l’attività economica o professionale esercitata dal libro professionista o dall’impresa.

Al momento della dichiarazione di inizio attività e dell’apertura della partita Iva, va scelto il codice Ateco, una serie di lettere e numeri contenuti in un elenco, prodotto nel 2008 dall’Agenzia delle Entrate, sulla base delle classificazioni delle attività produttive adottata dall’Istat.

Il codice Ateco che si utilizza attualmente è stato approvato da un comitato di gestione coordinato dall’Istat e grazie al contributo di Ministeri interessati, Enti Locali e principali associazioni imprenditoriali.

Con la collaborazione delle Camere di Commercio e dell’Agenzia delle Entrate si è così arrivati a un’unica classificazione delle attività economiche.

Più precisamente, entrando nel dettaglio, il codice Ateco è composto da lettere, che rappresentano il macrosettore economico, e da numeri (da 2 fino a 6 cifre) che descrivono le sottocategorie dei vari settori d’attività.

Questa classificazione serve a identificare la corretta tipologia delle attività economiche per fini statistici, fiscali e contributivi; nel regime forfettario, a seconda del tipo del codice Ateco che si è dichiarato, variano le soglie reddituali da non superare.

Il codice Ateco identifica l’attività economica per “livelli“:

  • Sezioni
  • Divisioni
  • Gruppi
  • Classi
  • Categorie e sottocategorie

Nello specifico, il codice alfabetico individua le sezioni, il codice numerico a due cifre le divisioni, a tre cifre i gruppi,  a quattro cifre le classi, a cinque cifre le categorie e a sei cifre le sottocategorie.

Oltre a ragioni fiscali, il codice Ateco è indispensabile per individuare la categoria di rischio dell’attività economica: basso, medio alto. Dalla corretta individuazione del rischio, dipendono le politiche di sicurezza che devono essere adottate nei luoghi di lavoro.

Al momento dell’apertura della partita IVA, dunque, va individuata la classificazione Ateco corretta e, con l’aiuto di un commercialista, va elaborato la Dia, la dichiarazione inizio attività.

Cosa succede se si cambia attività?

Se si dovesse cambiare lavoro e, di conseguenza, cambiare codice Ateco, è possibile comunicare all’Agenzia delle Entrate le modifiche dei codici Ateco, anche in caso di ampliamento della propria attività lavorativa. Quindi, in caso di variazione della propria attività professionale o d’impresa va segnalato.

Ricordiamo che con una sola partita Iva è possibile svolgere più attività economiche: in questo caso, l’attività principale sarà definita dal valore aggiunto associato a ognuna delle attività svolte, mentre le altre attività saranno definite con un codice Ateco “secondario”.

Codice Ateco e regime forfettario

Come già accennato, dalla scelta del codice Ateco si stabiliscono il limite dei ricavi e il coefficiente di redditività nel regime forfettario.
Vediamo qualche esempio:

  • Industria alimentare e delle bevande, codice Ateco 10 – 11 con limite dei ricavi di 45mila euro e coefficiente di redditività al 40%
  • Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande, codice Ateco 47.81 con limite dei ricavi a 45mila euro e coefficiente di redditività al 40%
  • Intermediari del commercio, codice Ateco 46.1 con limite dei ricavi di 25mila euro e coefficiente di redditività al 62%
  • Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, codice Ateco 55 – 56 con limite dei ricavi di 50mila euro e coefficiente di redditività al 40%

Questi sono solo alcuni esempi per mostrare come la scelta del codice Ateco, che dev’essere fatta consultando un commercialista, sia fondamentale per determinare l’aliquota dell’imponibile e il limite dei ricavi.

Scegliere il codice Ateco: l’importanza di una consulenza

Abbiamo visto dunque cos’è il codice Ateco, come determinarlo e perché è così importante scegliere quello corretto, soprattutto per chi opera nel regime forfettario.

L’Agenzia delle Entrate consente di avere più codici Ateco e svolgere più attività, a patto che l’attività prevalente sia indicata con chiarezza (e di conseguenza la tassazione sia basata su quella); per fare la scelta giusta, però, serve l’aiuto di un consulente esperto.

Se devi aprire la partita Iva e avviare un’attività, ma non sai quale codice Ateco scegliere, compila il form e contattaci: ti aiuteremo nell’apertura della partita Iva scegliendo il codice più adatto alla tua idea di impresa.

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